Cos’è l’autodisciplina?
“Autodisciplina vuol dire fare cose che odi, e farle facendo finta che ti piacciano” – Mike Tyson
Seppur rude quanto il suo autore, la definizione di autodisciplina di Mike Tyson è molto interessante. Da bravo studente, vuoi migliorare la forza di volontà durante lo studio, per imparare meglio e senza distrazioni. Se ti chiedessi di immaginarti diplomato o, ancora meglio, con una laurea in tasca, quanto saresti felice?
Nonostante l’idea di ottenere grandi risultati ti ecciti, per raggiungerli ti tocca trascorrere parecchio tempo impegnato in attività noiose. È inutile prenderci in giro, attraverserai periodi, nel corso della tua vita, durante i quali l’obiettivo ti sembrerà distante anni luce. In quei momenti, la forza di volontà e l’autocontrollo saranno messi a durissima prova dalle circostanze.
Allo stesso modo, pur vedendo il traguardo avvicinarsi, ti capiterà di sentirti privo di forze fisiche e mentali: nell’articolo di oggi, vediamo quattro attività che devi assolutamente smettere di fare se vuoi sviluppare un’autodisciplina d’acciaio.
Perché ammiriamo tanto le persone dotate di autocontrollo?
Qualsiasi sia l’obiettivo che abbiamo davanti, che sia superare un esame o prepararci per una maratona, l’autodisciplina è spesso la chiave.
Ho già raccontato in questo articolo sul metodo di studio per il liceo quanto sia importante l’autocontrollo: se vuoi scoprire come un marshmallow può determinare il successo nella vita di un bambino, ti consiglio di leggerlo subito.
Racconti a parte, ognuno di noi tende ad ammirare coloro che dimostrano di avere un autocontrollo d’acciaio: pensa a chi sacrifica la propria vita sociale, divertimento e relax per raggiungere un traguardo che per molti sembra impossibile. Come gli sportivi professionisti, che si allenano a testa bassa per anni, prima raccogliere i frutti del loro duro lavoro
Un altro esempio interessante viene da Gary Vaynerchuk, un noto marketer che prendo sempre come esempio di autocontrollo. Nel 2006, quando ancora nessuno vendeva vini online, ha messo su un eCommerce con i prodotti dell’azienda di famiglia. Per una decina d’anni ha caricato su YouTube, quasi tutti i giorni, video nei quali descriveva bottiglie di vino.
Oggi ha milioni di iscritti, lavora come consulente marketing di numerose aziende e vende vini in tutto il mondo. Ti sto raccontando questa storia perché, per i primi due anni, i suoi video venivano visualizzati da una manciata di persone. Di fatto, dai suoi video Gary non guadagnava affatto; anzi, impiegava “inutilmente” ore e ore della sua vita.
Immagina quante volte la sua vocina interiore gli abbia suggerito di smetterla, che tanto non avrebbe ottenuto nient’altro che insuccessi.
La disciplina non è questione di geni, ma di abitudini
Gary Vaynerchuk, così come tanti altri, ha lavorato con costanza, senza farsi abbattere dalle avversità, anche contro sé stesso. Quando leggo storie riguardanti il successo di queste persone, provo due sensazioni distinte e opposte:
- Sono motivato dal loro esempio, perché mi convinco del fatto che i miei sforzi non siano inutili;
- Mi chiedo se sarei capace di sopportare i loro sforzi, io che tendo a rimanere deluso ad ogni fallimento.
La verità è che tutti abbiamo, potenzialmente, un’autodisciplina e un autocontrollo d’acciaio, ma tendiamo facilmente ad essere distratti. Se il nostro piano sembra infallibile all’inizio, infatti, le cattive abitudini tendono a interferire e distrarci dall’obiettivo.
Ogni volta che falliamo a causa di quelle abitudini, poi, la motivazione crolla, diminuendo le probabilità di successo del prossimo obiettivo. Se non sono stato in grado di restare concentrato in passato – ci diciamo – perché riuscirci stavolta?
Insomma, maestri zen della disciplina si diventa, non si nasce; i geni contano davvero poco, quando si parla di produttività.
Se vuoi imparare ad accrescere la tua autodisciplina, devi saper identificare ed eliminare le cattive abitudini al più presto. Vediamo insieme quali sono queste quattro abitudini e il motivo per cui stanno subdolamente sabotando tutti i tuoi obiettivi.
3,2,1…VIA!
1. Fare affidamento sulla forza di volontà
La forza di volontà è come acqua pulita e potabile all’interno di un pozzo poco profondo: ne trovi ogni giorno in quantità sufficiente, ma una volta finita, ti tocca aspettare che ne torni di nuova.
Se hai mai seguito una dieta alimentare, ti sarai reso conto che, nei periodi di maggiore stress, rispettarla è più complicato. Ciò avviene non solo per lo stress in sé, ma anche perché lo stress è causato da azioni che richiedono forza di volontà: magari ti stai preparando per un esame, o stai seguendo un progetto complicato, oppure stai tenendo in piedi una relazione difficile.
In tutte queste circostanze, stai esercitando molta autodisciplina; consumi velocemente forza di volontà, insufficiente a coprire tutti gli impegni. È probabile che, dopo una giornata stressante, ti sembri impossibile resistere all’ennesima tentazione della cioccolata, nascosta nel mobiletto.
Le persone che esercitano autocontrollo in maniera efficace utilizzano la forza di volontà come cassetta d’emergenza: la utilizzano quando non hanno altre armi a disposizione per portare a termine ciò su cui stanno lavorando.
L’ambiente di studio – Evita le distrazioni, piuttosto che combatterle con la forza di volontà
Piuttosto che lottare contro te stesso per fare ciò che ritieni necessario, lascia che sia l’ambiente a spingerti nella giusta direzione. In altre parole, le persone dotate di autodisciplina si circondano di un ambiente stimolante per l’obiettivo che stanno inseguendo.
Immagina che tu debba trascorrere un intero pomeriggio sui libri per il prossimo compito in classe o esame: è la tua ultima occasione per studiare in modo corretto e prepararti al meglio prima del grande evento.
In queste circostanze, potresti sprecare un oceano di forza di volontà per resistere alla tentazione di non guardare il cellulare. Oppure, ti basterebbe spegnerlo e metterlo in un’altra stanza, in modo tale che sia impossibile essere disturbato da una notifica.
Ancora meglio, potresti lasciare a casa tutte le distrazioni, come playstation, cellulare e pc, e andartene in biblioteca. Se sei così fortunato da vivere vicino ad una biblioteca, sfrutta questo ambiente per aumentare la tua concentrazione: non solo avrai meno tentazioni, ma poiché tutti intorno a te staranno studiando, avrai una spinta in più per farcela.
2. Aspettare la motivazione giusta per iniziare
Quanta motivazione proviamo il primo giorno d’impegno in direzione di un nuovo traguardo, come una dieta o un esame? Il giorno in cui decisi che Liceale Promosso avrebbe preso vita, ero eccitatissimo e carico di motivazione. Sentivo che avrei fatto qualsiasi cosa necessaria ad avverare il sogno di aiutare studenti di scuole superiori e università.
Dopo l’eccitazione iniziale, però, gli impegni hanno cominciato ad investirmi con tanta forza da mettermi al tappeto. Non potevo dedicarmi al 100% al mio progetto, il tempo libero si era ridotto e le grandi idee si andavano spegnendo.
Tanto tempo fa Thomas Edison disse che “le idee, senza la loro esecuzione, sono allucinazioni”. La motivazione è molta quando crediamo di aver trovato quell’idea che cambierà il mondo, o perlomeno la nostra vita: successivamente, però, ci accorgiamo di tutti gli ostacoli posti tra noi e l’attuazione di quell’idea, e la motivazione comincia a mancare.
Come iniziare a studiare con autodisciplina senza la giusta motivazione
D’istinto, siamo portati a credere che, con la motivazione necessaria, riusciremo ad esercitare abbastanza autodisciplina da raggiungere i nostri obiettivi. Spesso, però, funziona l’esatto contrario; esercitando autocontrollo e iniziando a studiare, ci sentiamo talmente orgogliosi dell’impegno da motivarci a continuare.
Mi sono accorto di questa sensazione con lo studio, così come ogni volta in cui decido di andare a correre: in un primo momento, sono certo che non riuscirò a portare a termine l’allenamento, stavolta proprio non mi sento abbastanza motivato per farcela. A questa vocina nella testa, però, rispondo che lo farò comunque, anche se dovrò fermarmi a metà allenamento.
Se inizio a correre, così come avviene per lo studio, senza curarmi del livello di motivazione, niente può fermarmi: l’autodisciplina nutre, attraverso l’azione, la motivazione, che mi spinge a portare a termine ciò che ho iniziato.
3. Fidarti dei tuoi sentimenti
Se vuoi sviluppare autodisciplina da far invidia, attento al tranello preparato dai sentimenti, perché potrebbe condurti dritto verso il fallimento. Come sempre nella vita, nulla è bianco o nero; non puoi ignorare le emozioni né affidarti ciecamente a loro.
Ignorandole, infatti, potresti metterti nei guai; pensa a tutte quelle situazioni in cui saper riconoscere i tuoi sentimenti è necessario. Ad esempio, quante volte la paura di un brutto voto o della bocciatura ti ha spinto a studiare, evitando inutili distrazioni?
Al contrario, affidandoti ciecamente ai sentimenti finiresti per fallire tutti gli obiettivi che richiedano uno sforzo prolungato. Ad esempio, alzarti presto ti fa risparmiare ore preziose, oltre a permetterti di concentrarti quando la tua mente è più riposata. Ascoltando i tuoi sentimenti, però, finiresti per convincerti che rimandare la sveglia non sia poi così grave.
Ancora, la tua mente necessita di pause programmate dallo studio di circa dieci, quindi minuti, ogni circa cinquanta minuti di attività. Se ti facessi guidare dai sentimenti, però, ti diresti che, in fondo, evitando di fare pause , finiresti di studiare prima. Ancora una volta, le emozioni ti suggeriscono di andare contro un obiettivo a lungo termine, in cambio di un’apparente soddisfazione nell’immediato.
Impara ad ascoltare e riconoscere le emozioni senza prendere ordini da loro, e la tua autodisciplina ti sconvolgerà.
4. Preoccuparti dei risultati uccide l’autodisciplina
Quando ho iniziato a costruire Liceale Promosso, mi sono promesso che non mi sarei interessato troppo ai risultati. Soprattutto in un primo momento, infatti, volevo che a guidare il mio lavoro fosse il semplice desiderio di condividere informazioni utili.
Dopo i primi giorni, però, le visite al blog cominciarono ad arrivare e alcune persone s’interessarono al progetto. Se la loro curiosità era positiva per il progetto, questi primi buoni risultati furono un vero disastro per me.
Perché un blog funzioni, serve che il suo autore sia disposto a condividere contenuti di qualità senza pretendere qualcosa in cambio. In fondo, è la stessa filosofia che ha portato il canale YouTube di Gary Vaynerchuk al successo, dopo anni di anonimato.
Nonostante i risultati possano darci indizi sulla qualità di ciò che facciamo, non dobbiamo preoccuparcene troppo. Così come nel mondo del lavoro, l’ossessione per i risultati può essere fatale anche durante lo studio. Autocontrollo significa smettere di controllare l’orologio così spesso, di contare le pagine studiate e i capitoli mancanti alla fine del libro.
“Non sprecare energie su cose che non puoi controllare”